Un gioco, piuttosto che un esercizio. Un gioco con un unica regola: ogni artista può dipingere dove vuole quando vuole, anche se con la sua azione dovesse coprire uno dei suoi compagni. Il risultato è una stratificazione di segni distintivi di ogni artista, tra le linee parallele che segnano il tempo del passaggio pittorico di 2501, alla forma primaria del quadrato dai colori pastello della ricerca di Alberonero, alle girandole di Ekta, alle sculture dipinte di Alexey Luka fino alle morbide curve di Gue.
Oggi l'opera presenta nuovi innesti visuali, spontanei e realizzati dai cittadini, come le macchie blu realizzate a spray da ignoti e il motore del condizionatore che ha lasciato spazio ad una texture di mattoni forati perfettamente integrata nel caos della composizione di Esercizio Collettivo.